Sembra aver oltrepassato lo striscione dell'ultimo chilometro e si intravede la bandiera a scacchi dell'arrivo la trattativa del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. L'aria che si respira, di moderato ottimismo fa pensare di essere quindi in discesa, alle ultime battute, la vertenza, giunta ormai a dieci mesi dalla scadenza del contratto, dello scorso dicembre 2015 e in corso da un anno con momenti di tensione, culminati con gli scioperi e con lunghi silenzi tra le parti, con Federmeccanica ferma per molto tempo sulla sua posizione iniziale, anche se il principale motivo del contendere, ossia la parte economica è ancora da definire e da quadrare. Intanto su alcune parti sono state trovate quelle convergenze tra le parti, che hanno permesso di scrivere i testi, come ad esempio sul welfare integrativo, che contiene novità importanti e interessanti.
Per ciò che concerne la previdenza complementare, a decorrere dal 1° gennaio 2017 la contribuzione a carico delle aziende a favore dei lavoratori iscritti al Fondo di previdenza complementare Cometa aumenterà dall'attuale 1,6% al 2% dei minimi contrattuali; da quella data i lavoratori iscritti potranno versare una contribuzione almeno pari all'1,2% del minimo contrattuale.
Per quanto riguarda invece l'assistenza sanitaria integrativa, dal 1° gennaio 2017 tutti i lavoratori in forza alla medesima data saranno iscritti al Fondo MètaSalute (salvo rinuncia scritta dei singoli lavoratori); contemporaneamente è stato esteso il diritto all'iscrizione al Fondo anche ai lavoratori con contratto part time, con contratto di apprendistato e con contratto a tempo determinato di durata non inferiore a 6 mesi a decorrere dalla data di iscrizione; in tale ultimo caso l'iscrizione è automaticamente prolungata in caso di proroga del contratto. A decorrere dal 1° gennaio 2017 la contribuzione sarà pari a 156 euro annui a totale carico dell'azienda, comprensiva delle coperture per i familiari fiscalmente a carico, senza alcun costo per i lavoratori. Quest'anno il versamento è stato di 9 euro al mese (3 da parte del lavoratore e 6 da parte dell'azienda).
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