mercoledì 29 gennaio 2025

MASSIMALI INPS AMMORTIZZATORI SOCIALI 2025

Con la circolare 25 del 29 gennaio 2025l'Inps fornisce  come di consueto, gli importi massimi dei trattamenti di integrazione salariale, delle indennità di disoccupazione e di altre prestazioni assistenziali per l'anno in corso, secondo la normativa prevista dall'’articolo 3 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, come modificato dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di Bilancio 2022), prevede che, con effetto dal 1° gennaio di ciascun anno, l’importo di cui alla lettera b) del comma 5 del medesimo articolo 3, che a decorrere dal 1° gennaio 2022 costituisce l’unico massimale del trattamento di integrazione salariale indipendentemente dalla retribuzione mensile di riferimento dei lavoratori, sia incrementato nella misura del 100% dell’aumento derivante dalla variazione annuale dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (cfr. i commi 5, 5-bis e 6 dell’articolo 3 del decreto legislativo n. 148/2015).  Gli importi sono stati aggiornati sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo. In attuazione del citato disposto normativo, con la presente circolare viene, quindi, indicata la misura, in vigore dal 1° gennaio 2025, dell’importo massimo del trattamento di integrazione salariale ordinario e straordinario (CIGO e CIGS), del trattamento di integrazione salariale per gli operai e gli impiegati agricoli a tempo indeterminato (CISOA), dell’assegno di integrazione salariale del FIS e dei Fondi di solidarietà bilaterali. 


MESE

DIVISORE MOBILE

VALORE ORARIO NETTO

GENNAIO

168

7.86

FEBBRAIO

160

8.26

MARZO

168

7.86

APRILE

160

8.26

MAGGIO

168

7.86

GIUGNO

160

8.26

LUGLIO

184

7.18

AGOSTO

160

8.26

SETTEMBRE

176

7.51

OTTOBRE

184

7.18

NOVEMBRE

160

8.26

DICEMBRE

160

8.26

domenica 26 gennaio 2025

Elettrodomestico: urgente riconvocare il tavolo ministeriale,in soffitta anche Candy - Comunicato stampa

Dichiarazione del Segretario nazionale FIM CISL Massimiliano Nobis

Elettrodomestico:  urgente riconvocare il tavolo ministeriale, in soffitta anche il marchio storico Candy

E di ieri la comunicazione di Haier-Candy di lasciare la storica produzione di lavatrici che trasferirà all’estero, prevista una reindustrializzazione nello stabilimento. Siamo ancora agli annunci e non alla presentazione di un progetto definitivo. La preoccupazione per il futuro occupazionale dei 1.100 dipendenti è alta.

Electrolux, nonostante gli importanti investimenti sui processi di produzione effettuati negli ultimi anni, soffre del calo di domanda del bianco in Europa e sulla multinazionale continuano a rincorrersi le voci di una possibile vendita ad una multinazionale asiatica.

Il caso di Beko Europe è noto, dopo l’acquisizione di Whirlpool Emea la multinazionale turca ha annunciato il licenziamento di 2000 dipendenti su 4.400 e la chiusura di due stabilimenti a Comunanza e Siena, in aggiunta alla riduzione produttiva a Cassinetta e al taglio di 718 impiegati anche nei ruoli strategici come la ricerca e la qualità. Il 30 gennaio prossimo ci sarà l’incontro al Mimit, urge anche la convocazione al Mimit del tavolo di settore.

Il documento di Fim, Fiom, Uilm di analisi, proposte e richieste per “la salvaguardia e il rilancio dell’industria dell’elettrodomestico” presentato al Mimit il 22 febbraio 2024 è ancora fermo sul tavolo ministeriale. Da quasi un anno le nostre proposte sono rimaste lettera morta. Nel frattempo la produzione del bianco nel nostro Paese continua a perdere pezzi.  Stiamo perdendo anche importanti  produzioni della filiera, come ad esempio il trasferimento all’estero della produzione dei sistemi di connessione (connettori e sensori) per il bianco della TE Connectivity di Collegno (To) con il licenziamento in corso di 222 dipendenti o la mancata realizzazione del “polo italiano dei compressori” che doveva coinvolgere 400 dipendenti dell’Ex Embraco di Torino e i 350 di ACC di Belluno.

Nel 2024 si sono prodotti meno di 10 milioni di grandi elettrodomestici del bianco in Italia, nel 2000 erano 30 milioni. Anno dopo anno, lo storico settore dell’elettrodomestico si sta sfaldando, ma crediamo che ci siano ancora le condizioni per rilanciare la produzione, puntando sul potenziamento della supply chain, sul recupero di produzioni della componentistica delocalizzata anni fa oltre che il potenziamento dei centri di ricerca e di progettazione, sull’alto e medio di gamma vincolando i nuovi investitori al mantenimento produttivo e occupazionale.

Roma, 21 gennaio 2025    


                                                                       

lunedì 20 gennaio 2025

TFR: definito dall’ISTAT il coefficiente di dicembre 2024

L’ISTAT l'Istituto Nazionale di statistica, con comunicato del 16 gennaio scorso, ha reso noto che per il calcolo del TFR da corrispondersi ai lavoratori tra il 15 dicembre 2024 ed il 14 gennaio 2025, la quota di TFR accantonata, deve essere rivalutata utilizzando l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, pari a 120,2.

Si ricorda altresì, che per determinare il coefficiente di rivalutazione del TFR accantonato in azienda, secondo quanto previsto dai commi 4 e 5 dell'articolo 2120 del Codice Civile bisogna:

  • calcolare la differenza in percentuale tra il mese di dicembre dell’anno precedente e il mese in cui si effettua la rivalutazione;

  • calcolare il 75% di tale differenza;

  • aggiungere ogni mese il tasso fisso di 0,125 che su base annua è pari a 1,500.

La somma tra il 75% (c) e il tasso fisso (d) è il coefficiente di rivalutazione (pari a 2,320017).

Il commento dell’Istat

A dicembre l’inflazione è stabile a +1,3%. Nella media 2024, la crescita tendenziale dei prezzi al consumo si attesta all’1,0%, in forte calo rispetto al +5,7% del 2023. La netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei Beni energetici (-10,1% da +1,2% del 2023). Anche negli alimentari si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,2% da +9,8%) che tuttavia resta ben al di sopra del tasso di inflazione. Nel 2024, l’inflazione di fondo si attesta al +2,0% (da +5,1% del 2023). Analoga crescita si registra per i prezzi del “carrello della spesa”(+2,0% da +9,5% dello scorso anno). A dicembre, il trascinamento dell’inflazione al 2025 è +0,3%.


giovedì 16 gennaio 2025

FONDO COMETA: VALORE QUOTA DICEMBRE 2024


Chiusura d'anno meno scintillante per gli asset class del Fondo Cometa. Solo Monetario Plus infatti fa registrare nel mese di dicembre un andamento positivo, ma che comunque non va ad inficiare un 2024 dove tutti i comparti hanno fatto registrare un trend positivo, in grado di far dimenticare i risultati pessimi del 2022. Il tutto nonostante le dinamiche economiche e geopolitiche che hanno pesantemente caratterizzato l'anno appena concluso. (s.b.)